Coppa Fukui

Oggi la tecnologia è in grado di programmare il ciclo di vita di un prodotto, ne determina la durata e la sua fine. Inserisce un chip e, trascorso quel dato periodo, il prodotto muore. Non si può riparare, si butta via e si induce a nuovo acquisto.
L’idea di aggiustare è diventata anomala, stra-ordinaria e in quanto tale, trasgressiva.
Anche se rappresenta la scelta giusta, un atto di amore e rispetto verso il nostro Pianeta. Una scelta urgente e oggi quanto mai indispensabile.
Mettere una pezza, ricucire, riparare sono termini meravigliosi.
In un oggetto aggiustato si sedimentano tanti vissuti; è ricco perché porta i segni di esperienze e quei segni ne fanno un pezzo unico. Un’idea antica e un’arte preziosa, ricca di mistica bellezza che in Giappone ha un nome: Kintsugi.
Questa idea mi affascina ed è il pensiero che voglio comunicare attraverso questi nuovi oggetti.
Creare un taglio, cercare una pezza che si adatti ma di un materiale diverso e con una texture differente, poi cucirlo come fosse un tessuto, crea un cortocircuito mentale, è qualcosa di inedito e stupefacente.
La riparazione diventa essa stessa decorazione ma è l’evidenza di un vissuto, il deposito di gesti creativi, abilità e capacità di un artigiano, manifestazione chiarissima della sua UNICITA’.
Unicità preziosa e affascinante che passiamo al fruitore perché vi aggiunga le sue tracce esperenziali, facendolo unicamente suo.
I Cuciti entrano a far parte dei Masterpieces di Zanetto e sono quindi opere numerate

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